STRESS? NO, GRAZIE

STRESS? NO, GRAZIE

Come surfare tra le onde degli impegni quotidiani con agilità e Presenza

 

“Lo stress è uno stato di ignoranza.
Esso crede che ogni cosa sia un’emergenza.
Ma nulla è così importante
.”
Natalie Goldberg

 

Dopo il pienone di saggezza fatto nel mese di Agosto (a proposito, se ti sei perso gli articoli ti invito ad andare nel mio blog) è il momento di calare la teoria nella pratica quotidiana.

È arrivato settembre, mese odiato dagli alunni e dai fannulloni, ma apprezzato da chi come te ama la sua routine e fa del suo lavoro un opera d’arte.

Perché ho deciso di parlare di gestione dello stress proprio ora?

Beh, semplice.

Anche tu probabilmente sei uno di quelli che quando lavora lo fa davvero, senza rispettare i ritmi fisiologici che la biologia impone. Poi quando riposa, molla i remi in barca e si lascia andare alla deriva del dolce far niente.

La solita dinamica del “tutto o niente”, che impedisce di trovare un buon equilibrio in ogni ambito della vita.

Vedi, la questione non è recuperare le forze ad Agosto per l’energia profusa durante tutto l’anno, ma piuttosto trovare un saggio equilibrio tra attività e passività ogni giorno.

E questo presuppone che tu sviluppi la Presenza a te stesso in ogni cosa che fai.

In molti parlano di gestione dello stress; è un tema classico nel tuo settore.

Ma forse nessuno ti dice (al di là delle ricette della nonna preconfezionate) come prevenirlo. E qui sta il punto.

 

Se vuoi gestire la tua vita, devi saper gestire le tue emozioni, stress compreso.

 

E tu di gestione ne sai qualcosa, o sbaglio?

C’è una bellissima metafora che spiega il funzionamento dell’essere umano, e te la voglio raccontare.

Un filosofo armeno, Gurdjieff, parlando dell’uomo inconsapevole condizionato dalle forze esterne, lo paragona a una carrozza trainata da cavalli.

La carrozza rappresenta il corpo fisico, i cavalli sono le emozioni e il cocchiere è la mente. Mentre il passeggero (ovvero colui che è trasportato) è la coscienza.

Cosa succede secondo te quando il passeggero non è vigile e la mente decide la strada e la direzione da prendere? E cosa succede quando la mente è confusa e non sapendo dove andare si lascia trasportare dalle emozioni?

Ecco, è quello che succede quando vivi da stressato.

Corri come un criceto impazzito cercando di far fronte ai mille impegni.

Praticamente, metti il pilota automatico delle fasulle emergenze e ti consumi lentamente correndo appresso alla vita.

La provocazione che ti lancio questa volta è quella di iniziare da ora in poi a lavorare (e a vivere) in maniera diversa.

Lo so che spesso i ritmi sono incalzanti, soprattutto per uno come te sempre sulla cresta dell’onda.

Ma devi imparare a guidarla tu la tavola da surf e a fermarla quando vuoi. Anche solo cinque minuti, anche solo con il pensiero.

Calma la tua mente e le onde si calmeranno.

Vivi in Presenza e il tempo si dilaterà.

Ecco, questa per me è vera gestione dello stress.

 

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PENSI DI ESSERE UNA PERSONA LIBERA?

PENSI DI ESSERE UNA PERSONA LIBERA?

La libertà come sovranità interiore

 

“Nessuno è libero se non è padrone di se stesso.”
Epitteto

 

L’ultima riflessione del mese che ti propongo di fare prima di iniziare il nuovo periodo lavorativo arriva come una bomba pronta a smuovere qualsiasi tipo di certezza precostituita.

Sei pronto?

Ho pensato che una bella scossa a fine Agosto ci sta bene, così predisponi il tuo sistema neurovegetativo a produrre ormoni quali adrenalina e cortisolo, così utili in una professione come la tua basata sull’intraprendenza.

 

“Nessuno è libero se non è padrone di se stesso.“

 

Quando prendiamo in esame il concetto di libertà, siamo soliti riferirci a qualcosa di esterno a noi, tipo libertà di espressione, libertà di scegliere il lavoro che ci piace, libertà da legami, libertà da vincoli di orario imposti da altri, ecc.

Suppongo che anche tu abbia la tua personale concezione di libertà, sarebbe strano il contrario.

Per ognuno di noi la libertà rappresenta qualcosa di diverso, anche se alcuni ambiti possono essere decisamente comuni e riconosciuti come intoccabili.

La provocazione che ti lancio oggi è quella di provare a interiorizzare, in un certo senso, il concetto di libertà.

Spesso mi sento dire: “Io sono libero di fare quello che voglio”.

Ma rifletti un attimo con me e con Epitteto, dal quale abbiamo preso in prestito la citazione.

Quando una persona fa un’affermazione di questo tipo, è davvero libera interiormente e compie una scelta cosciente di agire in una determinata maniera o semplicemente re-agisce sotto l’impulso di un automatismo interiore inconscio?

Per esempio, ti è mai capitato di non fare il tuo allenamento quotidiano (quello che ti eri programmato e prefissato di fare), perché pensavi di essere libero di decidere?

Beh, la cattiva notizia è con non l’hai deciso davvero tu ma, molto probabilmente, sei stato vittima inconsapevole della tua pigrizia, ovvero di un meccanismo interno automatico che tende alla zona di comfort (a non fare fatica).

La bella notizia è che puoi, tramite una buona disciplina interiore, affrancarti dagli automatismi che decidi non essere utili e salutari per te.

Quello che voglio dirti è che noi esseri umani “funzioniamo” attraverso dei programmi inconsci che guidano il nostro agire, e questi programmi si chiamano emozioni.

Aver voglia o non aver voglia si concretizza nel nostro sentire attraverso un’emozione.

Essere liberi da questi software (in altre parole saper gestire le tue emozioni e i tuoi personali meccanismi interni) presuppone una conoscenza e un lavoro interiore che una persona come te (con la professione che ha scelto) è quasi obbligato a fare, pena il fallimento o quanto meno la frustrazione e l’insoddisfazione di sottofondo.

Lo so, ti sto chiedendo tanto.

Ma vedi il mio compito è proprio quello di risvegliare in te quella consapevolezza sopita che può trasformare te stesso e di conseguenza il tuo lavoro in una prestazione al top.

Un buon allenatore mentale, infatti, provoca affettuosamente il suo “atleta” affinché la sua performance passi da buona a eccellente.

Come hai potuto vedere la letteratura classica è piena di perle di saggezza.

Ma se vuoi vedere dei risultati tangibili nella tua vita personale e professionale devi imparare a portarle nella pratica attraverso una rigorosa (ma giocosa) disciplina quotidiana.

Nessuna grande opera si compie in un giorno e senza sforzo.

E permettimi di dirlo, tu sei l’opera più importante (per te stesso) a cui dedicare energie e attenzione.

Tutto il resto, all’esterno, è solo una logica quanto inesorabile conseguenza.

Buon Lavoro.

 

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CHE RAPPORTO HAI CON LA DISCIPLINA?

CHE RAPPORTO HAI CON LA DISCIPLINA?

L’eccellenza come abitudine ripetuta nel tempo

 

“Noi siamo quello che facciamo ripetutamente.

Perciò l’eccellenza non è un’azione, ma un’abitudine.”
Aristotele

 

La riflessione di oggi è particolarmente importante per te, vista la professione  che svolgi.

In realtà quello di cui parleremo, ossia l’eccellenza, dovrebbe essere alla base di ogni azione di ogni essere umano su questo pianeta terra, ma si sa, da che mondo è mondo l’utopia pecca di realismo.

Ti sei mai chiesto perché alcune persone raggiungono grandi traguardi e hanno un enorme successo nella loro vita?

Ti sei mai chiesto COME grandi campioni nell’ambito dello sport riescono a guadagnare titoli mondiali e record personali?

Sport a parte, gli altri settori della vita non fanno differenza.

Come posso raggiungere l’eccellenza nel mio lavoro e nella mia vita in genere?”, ti starai chiedendo.

Beh, la riflessione di Aristotele ti dà la risposta, e lo fa in maniera molto diretta e chiara.

 

L’eccellenza si raggiunge sempre con la pratica costante di buone abitudini.

 

Se questa è la risposta e se lo sapevano più di duemila anni fa, allora dov’è il problema?

La difficoltà sta nel fatto che l’uomo occidentale, abituato agli agi dei tempi post-moderni, non è avvezzo alla PRATICA e spesso si siede sulla seducente quanto sterile teoria.

Quanta saggezza dispensata come perle rare mai portata poi nella pratica!

Se tu vuoi davvero tendere all’eccellenza, al miglioramento di te stesso e del tuo modo di essere un professionista, devi per forza di cose concentrati sull’ideare una sana routine quotidiana, fatta di disciplina e di buone abitudini che ti permettano di migliorare giorno dopo giorno.

Ti faccio un esempio concreto.

Decidi di voler perfezionare il tuo modo di comunicare, perché magari è il tuo punto debole, o meglio, la tua area di miglioramento.

Dopo esserti formato attraverso della teoria di qualità, devi passare alla pratica e allenarti a instaurare un nuovo automatismo che ti permetta di  avere una comunicazione corretta ed efficace.

Ogni giorno dovrai impegnarti a seguire determinate regole, come per esempio saper ascoltare l’interlocutore, osservare il suo linguaggio non verbale, essere attento ai dettagli, ecc.

I primi giorni sarai impacciato e la tua comunicazione non sarà sicuramente perfetta, ma artificiosa e troppo impostata.

Ma con l’andare del tempo e con la pratica costante, la tua comunicazione potrà raggiungere livelli d’eccellenza.

Come vedi non esistono scorciatoie, ma solo tanto impegno profuso in maniera costante.

Lo so che ti sarebbe piaciuto sentire altre parole e che ti accarezza l’idea di soluzioni facili e pronte all’uso.

È normale! A chi non piace pensare di raggiungere alte vette senza far fatica. In fondo non prendiamoci in giro, in ogni essere umano alberga un “io” pigro e indolente.

Ma se vuoi aver successo, nella vita quanto negli affari, devi uccidere con un atto cosciente quell’io accidioso che tende a incollarti al divano e alla zona di comfort.

 

La vita è una palestra di perfezionamento continuo.

 

C’è chi si accontenta di respirare e di lamentarsi quando qualcosa non va, e c’è chi decide di allenarsi quotidianamente per diventare la miglior versione di se stesso.

Se hai scelto questa professione, per te non è più una questione di scelta:  l’eccellenza e il miglioramento personale sono diventate una necessità.

Più o meno consciamente hai scelto una professione che è uno stile di vita, un modo per continuare a migliorare te stesso in un continuo processo di raffinazione interiore ed esteriore.

Rallegrati: sei uno dei pochi fortunati che, attraverso il suo lavoro, può fare qualcosa di utile per se stesso e per il proprio spirito!

 

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LA CONNESSIONE MENTE-CORPO E LA LAMPADA DI ALADINO

LA CONNESSIONE MENTE-CORPO E LA LAMPADA DI ALADINO

Ovvero il segreto che sta alla base del successo

 

“Non bisogna cercare di guarire il corpo senza cercare di guarire l’anima.”
Platone

 

Eccoci alla seconda puntata della rubrica con i Classici Antichi.

Oggi prendiamo come spunto una frase di Platone, allievo di Socrate e pilastro fondante del pensiero filosofico occidentale.

Se ti fossi perso l’articolo precedente, ci tengo a ribadire l’importanza che ricopre la formazione classica per te e per la tua professione.

Lungi dall’essere distante anni luce dalla tua realtà quotidiana, la letteratura classica contiene un sacco di spunti interessanti e pratici per il Manager post-moderno che intende diventare un modello di riferimento per i suoi collaboratori e per i suoi clienti.

Quando inizi ad appassionarti a questo tipo di lettura, cominci a scoprire quanti consigli e quanta saggezza possa ispirare la tua professione ogni giorno.

Nella nostra riflessione di oggi partiamo da un aspetto importantissimo a me molto caro: la connessione mente corpo.

 

“Non bisogna cercare di guarire il corpo senza cercare di guarire l’anima”
Platone

 

Questa sua dichiarazione non lascia spazio a dubbi o a fraintendimenti.

Un tempo spirito e materia, psiche e corpo erano considerate due facce della stessa medaglia, due aspetti dell’uomo che si influenzavano fortemente a vicenda. Un aspetto non poteva prescindere dall’altro.

Qualsiasi cosa tu intenda con il termine “anima” (non è mia intenzione disquisire sulle tue credenze qui e ora), è fondamentale per il tuo benessere e per il tuo successo che tu tenga conto di tutto quello che abita dentro il tuo veicolo fisico, ovvero i tuoi pensieri e le tue emozioni.

E ti ricordo che il successo non corrisponde semplicemente alla realizzazione economica e sociale che puoi raggiungere nella tua carriera, ma contempla un aspetto ben più ampio, che comprende in primis il tuo intimo vissuto interiore, come la realizzazione dei tuoi talenti e dei tuoi sogni o la costruzione del tuo “castello interiore” (come lo chiamavano i filosofi medioevali).

Così come curi il tuo corpo (e mi auguro vivamente che tu lo faccia, soprattutto se hai passato i quaranta), così dovresti prenderti cura dei tuoi pensieri e delle tue emozioni, pena la perdita della tua salute e della tua realizzazione personale.

 

Allora permettimi di entrare subito nel vivo e di farti qualche domanda.

  • Sei consapevole e attento ai pensieri che nutri ogni giorno?
  • Lo sai che proprio come i cibi spazzatura esistono anche i “pensieri spazzatura”?
  • Sai dirigere e governare la tua mente?
  • Le tue emozioni, le ascolti? Permetti loro di manifestarsi nella tua vita? Le sai gestire? O sono loro che gestiscono te?
  • Leggi libri con lo scopo di nutrire la parte profonda del tuo essere?
  • Prendi del tempo durante la giornata (bastano anche pochi minuti) da dedicare all’ascolto di te stesso?
  • Conosci veramente chi sei e come funzioni?
  • Nutri la tua mente, così come nutri il tuo corpo?
  • Questi vogliono essere solo alcuni spunti dai quali tu possa partire nel viaggio verso la migliore versione di te stesso.

 

Da anni lavoro con i profili umani ed è sempre commovente vedere il profondo appagamento che prova una persona nel momento in cui incontra se stessa: finalmente libera di essere ciò la cha sua vera natura esige.

Fino a pochi anni fa, l’introspezione e la ricerca interiore non erano così importanti. Ovvero lo erano, lo sono sempre stati, ma diciamo non erano fondamentali per avere successo nei propri progetti professionali.

 

Oggi tutto è cambiato e diventa sempre più impellente che tu conosca e  sappia gestire il “materiale umano”, sia per quanto riguarda la tua persona che per quanto riguarda gli individui con cui ti trovi a collaborare.

 

I tempi richiedono un cambio di paradigma: se saprai cogliere l’opportunità, potrai imparare a navigare nei profondi mari dell’essere. E, credimi, questo ti darà un enorme potere, soprattutto su te stesso.

Ti assicuro che il tuo successo professionale sarà allora solo la logica, inevitabile conseguenza di un processo interiore portato avanti con dedizione e con curiosità.

 

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TRASCINARE PER NON ESSERE TRASCINATO

TRASCINARE PER NON ESSERE TRASCINATO

Il vero significato di ispirare gli altri

 

“L’insegnante mediocre racconta.
Il bravo insegnante spiega.
L’insegnante eccellente dimostra.
Il maestro ispira.”
Socrate

 

Eccoci alla prima puntata con i Saggi Classici Antichi.

Apriamo le danze del nostro Festival del Classicismo con Socrate che, assieme al suo allievo Platone e ad Aristotele, ha posto le basi del pensiero filosofico occidentale.

Ho scelto questa frase da cui partire per la riflessione di oggi perché sembra scritta a posta per te.

Che tu sia un manager oppure un consulente, il tuo lavoro ha a che fare con il rapporto umano e con l’abilità di ispirare gli altri.

Ti sei mai chiesto qual è la vera leva che spinge un collaboratore a seguirti o un cliente ad acquistare da te?

Al di là delle tecniche persuasive adottate (le quali possono portare a un risultato positivo solo momentaneo), quello che veramente conta nel tuo lavoro è la tua capacità o meno di ispirare chi ti sta accanto.

Ma cosa significa “ispirare”?

Se consideri la sua origine latina e il suo significo etimologico, ti risulta tutto  molto chiaro.

Ispirare significa letteralmente “soffiare dentro o sopra”: insomma, un vero e proprio atto creativo.

Tra parentesi, hai mai notato come nell’etimologia delle parole spesso si nasconda il loro profondo significato? (Eccoti un altro buon spunto di riflessione!).

Ispirare un tuo collaboratore (o un tuo cliente) ha a che fare con concetti come comunicare, trasmettere un immagine o un concetto, provocare un sentimento, eccitare la fantasia creatrice… tutte azioni nobili e ricche di significato.

Perché, al di là dei servizi prettamente tecnici, quello che devi offrire a chi ti sta attorno nel tuo mondo professionale, è il valore di chi sei e di cosa fai (il fare è sempre una conseguenza dell’essere), affinché questo possa aiutare gli altri a migliorare se stessi e la propria vita.

Comprendi, quindi, quanto sia importante la tua professione e quanto il nuovo paradigma ti obblighi a puntare sul valore e sul significato di ciò che offri. E questo è un bene, credimi.

Non è più il tempo della grande preparazione tecnica (che oggigiorno diamo per scontata), non è più il tempo dei metodi grossolani di comunicazione, non è più il tempo del fatturato svincolato dai rapporti umani e dalle emozioni che, con il tuo modo di essere, riesci a ispirare agli altri.

Come dico da tempo questo è il tempo dell’essere, e se tu non sei abile nel conoscere a fondo e gestire te stesso, andrai incontro a seri problemi nel prossimo futuro.

In un’epoca in cui tutto è magmatico e di conseguenza altamente instabile, le persone (sia i tuoi collaboratori che i tuoi clienti) hanno bisogno di punti di riferimento chiari e scuri.

E non mi riferisco solamente all’aspetto prettamente tecnico del tuo lavoro, ma soprattutto all’aspetto umano e relazionale.

 

Hanno bisogno di persone che li guidi con l’esempio, hanno bisogno di persone da emulare nei momenti difficili.

 

Il lockdown appena trascorso è stato il primo banco di prova. E non pensare che non ci saranno nuovi momenti difficili in futuro.

Viviamo nel bel mezzo di un passaggio epocale importantissimo.

 

Sono tempi difficili quelli che stiamo affrontando, ma anche tempi di grande allenamento interiore per chi saprà sfruttare le difficoltà.

 

Ora come non mai il tuo successo o il tuo fallimento dipendono da te e dalla tua capacità di raffinare te stesso per diventare la tua versione migliore.

Questo e solo questo farà la differenza, sia con i tuoi collaboratori che con i tuoi clienti.

Ecco cosa intendeva Socrate con Maestro.

 

Maestro è colui che, senza bisogno di spiegare con parole, trascina gli altri con il magnetismo del suo esempio.

 

Ricorda che pretendere dagli altri un certo tipo di comportamento (che sia l’acquisto di un tuo servizio o un atteggiamento diverso da un tuo collaboratore) passa attraverso la pretesa fatta in primis a te stesso.

(A tal proposito leggi il mio articolo sulla PRETESA).

Solo se saprai comprendere questo importantissimo passaggio epocale e saprai attingere alla saggezza antica per raffinare te stesso, potrai approdare nella post-modernità con un modello di Business capace di essere trascinatore e non trascinato.

La scelta ora sta a te!

 

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