ELOGIO ALLA VULNERABILITÀ
“Ti dirò un segreto, una cosa che non insegnano nei Templi. Gli Dei ci invidiano. Ci invidiano perché siamo mortali, perché ogni momento può essere l’ultimo per noi. Ogni cosa è più bella per i condannati a morte”.
Achille
L’Achille ferito è una delle sculture che preferisco in assoluto.
Achille, ferito al tallone, si sforza di reggersi in piedi dopo il colpo mortale e prima di cadere morto.
Il suo sguardo chino verso il tallone è poesia fatta immagine.
Elegante e carica di simbolismo, questa statua è una buona rappresentazione di quello che contraddistingue un essere umano nella sua espressione più naturale: la vulnerabilità.
In un mare di interventi motivazionali, di messaggi che dipingono l’essere umano come un uomo invincibile e di successo, questo articolo vuole essere un elogio alla vulnerabilità, alla fragilità e al coraggio della disperazione umana. Perché ci vuole un sacco di coraggio per mostrare la propria disperazione.
Ti sei mai chiesto cosa fa di un essere umano una persona che riesce nella vita?
Non sono le volte in cui vince, ma quelle in cui perde che segnano la sua storia; è il suo atteggiamento di fronte alla sconfitta a fare la differenza.
Inutile che ce la raccontiamo.
Siamo tutti condannati alle difficoltà e alle ferite che la vita ci infligge.
Tu, i tuoi collaboratori, i tuoi clienti, tua moglie, tuo marito, il tuo partner, i tuoi figli: tutti prigionieri della logica delle emozioni.
Perché nasconderlo?
Achille (che, non dimentichiamo, è un semi Dio) se ne stai lì, a capo chino, ferito, stoico e bellissimo, aspettando il suo turno per morire.
Cosa possiamo cogliere da questo gesto sublime?
La grandezza di un uomo sta nella forza gentile con cui affronta le sue sfide più difficili. Sta nell’ammettere di fronte al mondo la sua difficoltà. Sta nell’esibire con naturalezza la propria vulnerabilità.
Quando ti trovi a vivere un momento difficile, abbi la grandezza interiore di non nasconderlo, ma di fronteggiarlo come un eroe. In questo atto cosciente crei la tua forza.
“È invulnerabile non chi non viene colpito, ma chi non si sente ferito”, diceva Seneca.
In questa frase è racchiuso il significato del lavoro interiore: sanare le proprie ferite interiori, in modo che le frecce e le lame perdano il loro potere di morte.
E credimi, di frecce e di lame ne arriveranno ancora nella tua vita.
Sappilo e preparati.
Oggi abbiamo bisogno di nuovi eroi che siano capaci di rimanere in piedi in mezzo alle macerie: tu puoi essere uno di loro.
Semper Ab Intra Age
P.S. Sull’immortalità: non pensare che l’immortalità abbia a che fare solo con il veicolo fisico di cui siamo dotati. Achille è morto da un pezzo, anche Mozart e Beethoven. Eppure, oggi, siamo qui che parliamo delle gesta dell’eroe greco o che ascoltiamo la musica dei due compositori. Questa è immortalità. Ora porta questo concetto nella tua vita, professionale e non. Diventare immortale significa lasciare un’impronta indelebile che cambia per sempre questo mondo, almeno il mondo di qualcuno.
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Trovi validi suggerimenti per affrontare al meglio questo imminente cambiamento epocale.
Chiara Pierobon
Amo pensarmi come una scultrice mentale.
Con lo scalpello della consapevolezza, lavoro sugli strati di condizionamenti e di maschere per far affiorare la bellezza nascosta delle persone.
Mi occupo di FormAzione e progetto percorsi di Allenamento Mentale per Professionisti illuminati.