ESSERE O FARE?

ESSERE O FARE?

Quello che non puoi non considerare in questo delicato momento storico

 

“Il vantaggio che la persona pura apporta ai suoi simili sta nel modello che dà: grazie a esso li strappa al loro selvaggio demone, anche se solo per un istante.”
Friedrich Nietzsche

 

Essere Manager al giorno d’oggi non è per niente semplice.

Oltre alle classiche mansioni (che da che mondo è mondo sono prerogative del Manager), ti trovi a dovere gestire degli aspetti, per così dire, più sottili inerenti al ruolo di guida.

Un tempo c’era chi comandava e chi obbediva. Punto.

Le direttive del “capo” non erano mai messe in discussione (anche se magari interiormente si mandavano giù bocconi amari) e tutto all’esterno filava liscio. Almeno apparentemente.

Sì, alcune scelte potevano essere discutibili e provocare danni, magari anche ingenti, ma nessuno osava obiettare apertamente l’operato di chi comandava.

Oggi le cose sono alquanto diverse.

L’evoluzione della coscienza, unita ad una sorta di smarrimento generale dovuto a una mancanza di valori piuttosto evidente, costringe il Manager postmoderno a un miglioramento continuo di se stesso, se vuol essere in grado di guidare con carisma i suoi uomini.

E, credimi, mai come ora i tuoi uomini hanno bisogno di essere guidati.

 

Oltrepassare l’improvvisazione di massa

 

Siamo nell’epoca in cui chiunque si improvvisa imprenditore, formatore, terapeuta, esperto di marketing, coach e chi più ne ha più ne metta.

Praticamente, siamo nell’epoca dell’improvvisazione di massa e del pressappochismo generalmente accettato.

Conta più la forma della sostanza, l’apparire rispetto all’essere.

Ti sei accorto di quanto questo fenomeno sia presente anche nel mondo professionale?

Beh, è arrivato il momento di andare oltre, di fare un passo in più.

Pena il fallimento.

Tu sai che portare avanti un progetto imprenditoriale (il tuo team è un progetto imprenditoriale!) vuol dire far funzionare un ingranaggio piuttosto complesso, fatto di persone con emozioni uniche e visioni diverse.

E il fatturato deve essere sempre in crescita…al di là delle belle parole e delle tecniche di comunicazione innovative.

 

L’importanza della consapevolezza

 

Se aspiri ad essere un vero Leader devi avere una visione chiara di chi sei, di cosa vuoi e, in un secondo momento, devi essere in grado di comunicare la stessa visione ai tuoi collaboratori.

 

Nessuna tecnica, nessuna ricetta, nessuna fuga: solo totale CONSAPEVOLEZZA.

 

Devi sempre porti la domanda fondamentale: “Perché i miei collaboratori dovrebbero seguirmi?

Se non sai rispondere a questa domanda fermati e rifletti: c’è qualcosa che manca!

Vedi tu, come Manager, hai una grande responsabilità: non solo devi  dirigere un team e far tornare i conti, ma anche (e soprattutto) devi essere una guida per chi ti sta accanto, devi ispirare più con il tuo essere che con le tue azioni.

Riguardo all’essere, siamo nel momento del nulla cosmico.

Se vuoi fare la differenza, se vuoi distinguerti e insegnare il  successo ai tuoi uomini, sei obbligato a raffinare te stesso per diventare la versione migliore di te.

Allora forse scoprirai che il Lavoro interiore di raffinazione potrà portare nella tua vita nuove e più sottili comprensioni che, al di là di essere utili per il successo materiale (e lo sarà, credimi), trasformeranno la tua persona in modo irreversibile.

E ti ringrazierai per aver scelto la strada meno battuta.

 

Semper ab Intra Age

 

P.S. Vero che è meglio fare che parlare. Ma se prima non SEI, cosa potrai mai essere in grado di fare? Ci hai mai pensato in questi termini?

Chiara Pierobon

Amo pensarmi come una scultrice mentale.
Con lo scalpello della consapevolezza, lavoro sugli strati di condizionamenti e di maschere per far affiorare la bellezza nascosta delle persone.
Formo e affianco i Manager illuminati nella creazione dei talenti umani all’interno del loro team di lavoro.

chiara.pierobon@ilmetodor.it
www.ilmetodor.it

SI FA PRESTO A DIRE LEADERSHIP (PARTE 2)

SI FA PRESTO A DIRE LEADERSHIP (PARTE 2)

Disquisizioni sul Magnetismo personale

 

“Un carattere è una volontà completamente formata”
Novalis

 

Penso che dovrebbero trovare il modo di misurare il magnetismo personale di un individuo prima di farlo diventare un manager.

Esagero? Non credo.

L’altro giorno, durante un intervento formativo, mi è capitato di vedere un Manager (M maiuscola!) in azione. Spettacolo.

La stanza era riempita dai suoi silenzi.

Si percepiva nell’aria una certa densità, provocata dalle sue parole. O meglio, provocata dal modo in cui le sue parole uscivano dalla sua bocca.

Gli occhi erano tutti incollati su di lui e nessuno riusciva a proferire parola, tanto era forte il magnetismo che riusciva a trasmettere.

Ecco, mi sono detta, questo è un Manager!

Perché ti racconto questo?

Perché mi piace, attraverso aneddoti di VITA VERA, farti riflettere su qualcosa di estremamente importante che riguarda te e il tuo ruolo come manager.

 

Il fatturato come conseguenza del Magnetismo personale

 

Guardati intorno: lo smarrimento è totale.

Non solo i tuoi clienti, ma anche i tuoi uomini in questo momento hanno bisogno di te.

Se pensi che il tuo ruolo si limiti semplicemente a farli fatturare sempre di più ti sbagli di grosso. (A parte il fatto che farli fatturare di più senza una strategia di intervento personale….permettimi di dirlo, è un’impresa ardua).

Non che il fatturato non c’entri, anzi. Ci mancherebbe.

 

Ma esso è solo la logica conseguenza di alcune qualità che i tuoi uomini devono essere in grado di costruire interiormente.

 

E tu li devi aiutare a fare questo.

In Alchimia (antica scienza simbolica che descrive il cammino interiore dell’essere umano) si sa che non può essere fatto all’esterno ciò che non si è in grado di fare all’interno.

Questa è LA regola.

Come puoi tu essere una guida per loro se non lo sei stato prima per te stesso?

In altre parole, come puoi guidarli senza Magnetismo personale?

È una battaglia persa in partenza.

 

Le qualità fondamentali del Magnetismo

 

Come si aumenta il Magnetismo personale? Quali sono le qualità necessarie per costruire una Fortezza Interiore?

In realtà potrei scrivere un libro sul carisma e sul Magnetismo personale, tante sono le cose da considerare.

Ma, visto che amo la sintesi quale espressione di ordine mentale, cercherò di enunciarne brevemente i principi basilari.

 

  • La CONSAPEVOLEZZA è di certo l’ingrediente principale. Conoscere te stesso e i meccanismi che ti regolano. Pensieri, emozioni, reazioni, punti deboli e punti fori, talenti, passioni, missioni. Tu, per te, devi essere un libro aperto. Senza alcun giudizio, devi imparare a operare chirurgicamente sulla tua mente, estirpando i tumori e nutrendo le tue visioni. (In realtà sotto l’aspetto della Consapevolezza tocchiamo un’infinità di micro tematiche di intervento, le quali variano ovviamente da persona a persona).

 

  • La VOLONTÀ. Tasto dolente per l’uomo postmoderno, la Volontà scarseggia al giorno d’oggi. Siamo tutti schiavi del comfort, chi più chi meno. Se vuoi distinguerti dalla mediocrità che ti circonda e diventare un uomo carismatico devi andare controcorrente. Ma non con gli altri, bensì  con te stesso. Imponiti ogni giorno di migliorare in qualche tua caratteristica in modo da diventare, con il tempo, la miglior versione di te stesso.

 

  • La PERSEVERANZA. Quando inizi un percorso di miglioramento interiore sei mosso da un entusiasmo che ti appaga e che ti dà la forza per  continuare. Questa fase viene chiamata la “luna di miele”, e puoi ben capire perché. Presto però arriva la tendenza alla zona di confort, all’automatismo e alla fuga dalla fatica. È allora che devi resistere. Bruce Lee, quando gli chiedevano quale fosse il suo segreto, rispondeva: perseveranza, perseveranza, perseveranza.

 

  • Il SILENZIO. L’ingrediente magico. Il silenzio interiore (riuscire a  contenere il tuo dialogo interno) e il silenzio esteriore (saper star zitto di fronte a un tuo collaboratore) sono elementi essenziali per generare carisma.

 

Capisci ora come il Magnetismo personale (la tanto famosa Leadership) sia il frutto di un lungo e paziente Lavoro di raffinazione interiore.

Altro che seminario di un weekend con rilascio di diploma.

A te le considerazioni.

 

Semper ab Intra Age

 

P.S. Scusa la schiettezza, ma il lavoro sporco lo deve pur fare qualcuno. Altrimenti restiamo fermi ai soliti stucchevoli cliché.

Chiara Pierobon

Amo pensarmi come una scultrice mentale.
Con lo scalpello della consapevolezza, lavoro sugli strati di condizionamenti e di maschere per far affiorare la bellezza nascosta delle persone.
Formo e affianco i Manager illuminati nella creazione dei talenti umani all’interno del loro team di lavoro.

chiara.pierobon@ilmetodor.it
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SI FA PRESTO A DIRE LEADERSHIP (PARTE 1)

SI FA PRESTO A DIRE LEADERSHIP (PARTE 1)

Ecco, invece, cos’è il magnetismo personale

 

“Chi pensa di guidare gli altri e non ha nessuno che lo segue sta solo facendo una passeggiata.”
John Maxwell

 

Quand’è stata l’ultima volta che ti hanno proposto un corso sulla Leadership?

A me è successo circa tre anni fa.

Decisi di non andarci (e col senno di poi fu la scelta giusta), ma continuai ad approfondire la tematica con grande curiosità.

Al giorno d’oggi fa figo parlare di Leadership (dai, ammettilo), soprattutto nel mondo del business.

Ormai ogni formatore che si rispetti ne parla nei suoi seminari o nei suoi libri. Spesso si inventa perfino nuove tecniche per “insegnarla”.

E devo dire che molti corsi in circolazione sono pure di grande effetto.

Probabilmente anche tu, visto il ruolo professionale che ricopri, hai sentito l’esigenza di lavorare sulla tua capacità di guidare in maniera carismatica, e forse hai partecipato a qualche corso in tal senso.

Buon per te, e lo dico davvero.

Ma, ti assicuro, la leadership non è qualcosa che si impara in un corso di un week end, e nemmeno di due!

 

L’origine del Magnetismo personale

 

Un Manager o più in generale chi per lavoro ha il compito di guidare altre persone (come gli insegnanti, i formatori, i coach, ecc.) deve, per forza di cose, essere dotato di Leadership.

In altre parole deve avere la capacità di guidare gli altri non tanto (e non solo) con le parole, ma prima di tutto con quel magnetismo che traspare dagli occhi e che trascina i cuori.

Ma da dove arriva quel magnetismo?

Te lo sei mai chiesto?

Non certo da un corso con qualche bravo motivatore di turno (con tutto il rispetto per il motivatore di turno).

Troppo spesso la FormAzione che viene proposta è fatta di molta Forma e di poca Azione. Non tiene cioè conto di una cosa fondamentale: la PRATICA.

Parole bellissime, emozioni forti condivise dai partecipanti, seguite tutt’al più da un bell’attestato da appendere al muro.

E dopo?

E dopo tutto torna come lo avevi lasciato prima. Ovvio.

Ti stupisci, quindi, se non riesci a influenzare in maniera carismatica chi ti sta attorno?

 

La verità è che tu non puoi ispirare nessuno se prima non “costruisci” dentro di te alcune qualità fondamentali.

 

Acquisire Leadership è un processo frutto di un Lavoro interiore lungo e faticoso, è il risultato di un allenamento mentale ed emozionale protratto nel tempo… difficile e impegnativo proprio come un allenamento sportivo.

Forse Federer è arrivato a essere il numero 1 al mondo senza sudore e lacrime?

Non credo.

Anche il Lavoro interiore (proprio come l’allenamento sportivo) ha i suoi strumenti e le sue regole particolari.

Ma quali sono le qualità fondamentali necessarie per aumentare il magnetismo personale?

Innanzitutto servono Consapevolezza, Volontà e una buona dose di Perseveranza.

E solo qui potremmo spendere pagine di inchiostro (che spenderò in uno dei prossimi articoli).

Capisci ora perché partecipare ai seminari è così facile ed essere invece dei veri Leader è così difficile?

Tra dire e fare c’è di mezzo il mare.

 

“Le difficoltà rafforzano la mente” (Seneca)

 

Un tempo era più facile acquisire carisma.

La vita dell’uomo era più complicata, le comodità scarseggiavano ed egli era costretto a confrontarsi quotidianamente con sfide (pratiche soprattutto) che lo mettevano continuamente alla prova.

E che lo facevano crescere. Allenamento continuo.

In questo modo egli aveva l’opportunità (oltre che l’obbligo, se voleva vivere in modo dignitoso!) di migliorare continuamente, allenando il suo sistema nervoso e la sua psiche praticamente ogni giorno.

In una società fatta di agi e di falsi miti come la nostra, il rischio di perdersi nel mare della superficialità è alto.

Se vuoi fare la differenza in questo momento storico caratterizzato dallo smarrimento totale devi assolutamente pensare al tuo miglioramento interiore, quello vero però.

Come fare?

In questo abisso in cui ci troviamo ad annaspare, gli antichi Miti stanno trovando lo spazio e il terreno fertile per risorgere dalle loro ceneri. In forma rinnovata.

E ben venga!

C’è un estremo bisogno di nuove visioni che permettano all’uomo postmoderno di dare un significato al suo presente alienato.

È così per esempio per il Mito dell’Alchimia e della Trasmutazione del Sè.

Questo Mito descrive, attraverso precise allegorie, il processo di raffinazione e di miglioramento interiore dell’uomo.

E la Leadership, come ora puoi capire, è una conseguenza naturale di un processo di raffinazione interiore.

Quello che ti serve ora è un per-corso di auto conoscenza, fatto di teoria e di TANTA PRATICA QUOTIDIANA: questo ti può aiutare a costruire quella Leadership che ti permette di essere davvero incisivo con gli altri.

Un’ultima cosa importante: devi diventare Leader in primis per te stesso, non per acquisire consenso dai tuoi collaboratori.

Questo è ciò che distingue un manager da un Manager.

 

Semper ab Intra Age

 

P.S. Avrei potuto incantarti con qualche concetto emozionante, ma questa è la vita reale, non un film a lieto fine. Se vuoi essere il regista, devi imparare a conoscere la sceneggiatura.

Chiara Pierobon

Amo pensarmi come una scultrice mentale.
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chiara.pierobon@ilmetodor.it
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PERCHÈ I SOLDI FANNO LA FELICITÀ

PERCHÈ I SOLDI FANNO LA FELICITÀ

Chi afferma il contrario non conosce la biologia

 

“Il denaro è un ottimo servo e un pessimo padrone.”
(Anonimo)

 

Cosa c’entrano i soldi con la crescita e con lo sviluppo personale?

I soldi c’entrano SEMPRE.

Sono la base di ogni nostra relazione umana.

Lavoriamo per soldi, creiamo contatti per soldi, apriamo nuovi business per soldi, a volte addirittura ci sposiamo per soldi.

Ma parlare (o scrivere) di soldi non è mai semplice: sembra essere una questione intoccabile.

Proprio per questo, ho deciso di dedicare spazio nel mio blog al tema del denaro, così da sfatare una volta per tutte questa malsana abitudine del “politically correct” che sta rendendo l’uomo medio incapace di esprimere un’opinione basata su presupposti oggettivi e ragionati.

Ho la fortuna di collaborare con un gruppo di Consulenti Finanziari.

In effetti, non avevo mai riflettuto sulla profonda connessione tra denaro ed emozioni, finché proprio il mondo per cui lavoro non mi ha sbattuto in faccia elegantemente il tema in questione.

Ho potuto osservare cose molto interessanti.

Pur lavorando in mezzo ai soldi, molti consulenti hanno un rapporto non equilibrato con il denaro.

Perché? Com’è possibile?

Per rispondere in maniera efficace a queste domande legittime, dobbiamo chiederci COSA rappresenta il denaro per l’essere umano.

Al di là di tutte le disquisizioni filosofiche e morali, al di là di tutte le congetture astratte così amate da noi occidentali, c’è una spiegazione che si pone a un livello molto più basso e più elementare: i soldi rappresentano per la “macchina biologica uomo” la sopravvivenza fisica.

Punto.

Finché non focalizzi bene questo concetto, non puoi andare oltre.

Certo, i soldi sono anche un simbolo di affermazione sociale, ma partiamo dalle basi.

 

I soldi scatenano emozioni forti

 

Se i soldi scatenano emozioni forti (dalla paura alla rabbia, dalla gioia alla bramosia, solo per citarne alcune) è perché hanno a che fare con il bisogno primario: sopravvivere.

E la “macchina uomo” è programmata in primis per sopravvivere.

Poca filosofia, solo biologia.

Capisci bene quanto sia delicato (e inconscio) il tema.

A complicare la faccenda poi, si aggiunge l’educazione moralistica che dipinge la ricchezza come qualcosa di quasi demoniaco (sei sei ricco è perché sei stato disonesto e andrai all’inferno).

Come se la povertà fosse un valore da perseguire….!

Scusa se ho semplificato il concetto e l’ho reso alla stregua di una storiella per bambini. Ma in realtà le cose stanno proprio così.

Un bisogno primario (biologia) messo in antagonismo con un valore ritenuto eticamente desiderabile (la povertà): il mix bomba è pronto!

Probabilmente nella tua squadra avrai dei collaboratori che non riescono a sfondare. E tu non capisci perché.

Hai mai pensato che alla base potrebbe esserci proprio un rapporto confuso e non sano con il denaro?

 

Lavorare interiormente sul tema del denaro

 

Mi è capitato spesso di vedere questo tipo di dinamiche nelle persone più disparate, al di là della loro professione.

Si stima che più del 90% della popolazione mondiale abbia un rapporto poco sano con il denaro.

Se un tuo collaboratore non ha i risultati che vorrebbe (una volta appurati l’impegno e la competenza), molto probabilmente ha bisogno di lavorare sul tema del denaro.

(Nota bene: anche l’eccessiva cupidigia o il bisogno spasmodico di accumulare ricchezza denotano uno squilibrio profondo, un bisogno insaziabile di affermazione).

Quale atteggiamento adottare?

Una volta compresa e assecondata la biologia, bisognerebbe considerare il denaro come un metro di misura, una forma di energia neutra atta a quantificare il valore di quello che fai.

E quello che fai dipende sempre da quello che sei.

Capisci che arrivare a un equilibrio di questo tipo comporta un lungo lavoro interiore, fatto di introspezione, di consapevolezza e di duro allenamento quotidiano.

Non è facile trovare collaboratori in gamba, perché non è facile trovare persone “risolte”.

A dirla tutta, non è facile nemmeno ESSERE persone risolte!

La vita (anche professionale) è una palestra continua in cui allenare lo spirito e raffinare se stessi.

Finché non sarai disposto a sposare questo paradigma, scordati il successo.

E per successo intendo anche (e soprattutto) quello che tu sei in grado di  ispirare nella vita dei tuoi collaboratori.

Questo è essere un Manager nell’era Postmoderna.

Tutto il resto è solo forma priva di sostanza.

 

Semper ab Intra Age

 

P.S. Anche se dal punto di vista economico sei soddisfatto, chiediti comunque che rapporto hai con il denaro. Quali emozioni si scatenano dentro di te quando pensi ai soldi? In quelle emozioni sottaciute si nascondono informazioni importanti che ti riguardano. Indaga.

Chiara Pierobon

Amo pensarmi come una scultrice mentale.
Con lo scalpello della consapevolezza, lavoro sugli strati di condizionamenti e di maschere per far affiorare la bellezza nascosta delle persone.
Formo e affianco i Manager illuminati nella creazione dei talenti umani all’interno del loro team di lavoro.

chiara.pierobon@ilmetodor.it
www.ilmetodor.it

LO SPIEGONE TECNICO SEDUCE O ANNOIA?

LO SPIEGONE TECNICO SEDUCE O ANNOIA?

Il modo più semplice per perdere collaboratori e clienti

 

“La comunicazione avviene quando, oltre al messaggio,
passa anche un supplemento di anima.”
Henri Bergson

 

L’altro giorno sono stata contattata da una persona che voleva propormi un servizio di protezione assicurativa.

In tutto il mare ha pescato proprio il pesce sbagliato”, ho pensato sorridendo.

Lo sciagurato, infatti, non sapeva con chi avrebbe avuto a che fare: una massima esperta di relazioni umane!

Dopo i soliti convenevoli di plastica e privi di cuore, ha iniziato il suo spiegone tecnico di cui ho seguito con attenzione le prime due parole.

No, niente”, il resto non lo ricordo. Giuro.

Puoi immaginare come sia andata finire la faccenda.

Ma il punto è un altro.

Se mi segui da un po’ sai come io insista sull’importanza che svolgono le cosiddette “competenze trasversali” in ogni rapporto umano, professionale e non.

Tanto più in una professione come la tua fatta principalmente di comunicazione e di rapporti umani, appunto.

Sei talmente abituato a padroneggiare le competenze tecniche in ogni settore della vita (figurati in un’attività specialistica come quella che svolgi tu) che hai perso di vista la parte più importante della vita stessa: la relazione con te stesso e con l’altro.

Ecco l’errore che ha commesso chi pretendeva di catturare la mia attenzione con tanti (noiosi) tecnicismi!

Allora, ho alcune domande per te.

Pensi mai durante il giorno al tuo film mentale? Cosa dici a te stesso? I tuoi pensieri ti nutrono o ti intossicano? Conosci e “lavori” le tue emozioni, così da creare una colonna sonora degna di un film da Oscar? (a tal proposito, leggi il mio articolo sulla gestione delle emozioni).

E la tua comunicazione esterna? Che rapporto hai con i tuoi collaboratori? Riesci come Manager a instaurare legami emozionali duraturi? Sei in grado di sentire cosa essi provano? Alleni quotidianamente la tua intelligenza emotiva, proprio come fosse un muscolo?

Queste sono solo alcune delle riflessioni che dovresti fare se vuoi davvero migliorare le tue performance come professionista.

E credimi, i tecnicismi con c’entrano niente.

 

I tuoi uomini (come i tuoi clienti del resto) non hanno bisogno di uno spiegone tecnico che annoi la loro mente; hanno bisogno di una relazione emozionale che seduca il loro cuore.

Questo devi stampartelo bene in testa!

Hai sempre pensato che la tua preparazione tecnica ti farà raggiungere grandi risultati.

Io ti dico che sarà la tua capacità di relazione (con te stesso e con gli altri) a portarti al successo.

Vedi, il problema è che il tuo cervello col tempo si è atrofizzato.

Usi solo il raziocinio, perdendo per strada pezzi importanti del tuo puzzle personale.

Oltre al pensare in maniera logica e razionale, ci sono altri modi di usare la mente (molto più potenti) per ottenere grandi cose da te stesso e dagli altri.

A te il compito di scoprirli e di inserirli nel tuo carnet personale.

A me il compito di guidarti nel farlo.

Del resto, se fosse facile fare il Manager (e non è detto che tutti i manager siano Manager) ce ne sarebbero molti di più in giro.

Ma quella volta, tu hai scelto il sentiero più ripido.

I miei complimenti: il panorama da lassù sarà bellissimo.

 

Semper ab Intra Age

 

P.S. se sei mai andato a camminare in montagna, sai bene come sentieri nuovi o particolarmente impervi necessitano di una guida o almeno di una bussola (oggi abbiamo tutti il GPS). Il rischio di partire impreparati? Perdersi e magari venir colti da un brutto temporale estivo.

Non vorrei mai che tu ti perdessi. Io sono il tuo GPS.

IT EN