“Sappiate esattamente che cosa potete aspettarvi dalle persone in generale e da ognuna di esse in particolare, e in seguito lanciatevi nelle pubbliche relazioni.
Jean de La Bruyère
L’altro giorno mi ha scritto un professionista; voleva delle informazioni su ciò che faccio.
Dopo i primi convenevoli molto “ingessati”, è arrivata fulminea la domanda: “Ci diamo del tu?”.
Da lì in poi, tutto è andato in discesa e la conversazione ha raggiunto un buon grado di profondità, tanto da tenerci incollati al telefono per 40 minuti.
Questa cosa mi ha fatto riflettere.
Quanto è utile tenere una forma rigida di convenevoli e di distanza nei rapporti professionali?
La risposta non è semplice, perché quasi sempre la presunta “verità” è soggettiva, come soggettiva è la percezione dell’altro in un determinato contesto.
Se da un lato è vero che la forma modella la sostanza, dall’altro è altrettanto vero che una forma troppo rigida diventa una prigione, in questo caso una prigione per la sana espressione dell’elemento umano.
Le persone (i clienti e i collaboratori compresi) hanno bisogno di esprimere la loro umanità, hanno bisogno di raccontare il loro mondo interiore anche se spesso sanno nasconderla bene sotto spillette e titoli accademici.
E non servono studi scientifici per dimostrare ciò.
Trova il modo di toccare il cuore di una persona, e qualsiasi rapporto di lavoro acquista solidità e concretezza. Il potere della spontaneità.
Convenevoli ed emozioni a confronto
Negli ambienti di lavoro vedo spesso una forma esagerata, a discapito di quella spontaneità che, se accolta e incanalata, può diventare genialità.
Ti capita mai di sentirti a disagio di fronte a troppa distanza?
A me sì.
Sarà il mio lavoro che mi costringe ad amare follemente l’elemento umano, ma penso che la troppa forma a un certo punto faccia perdere la sostanza.
Quando incontri qualcuno devi sempre tenere a mente che sotto l’abito, dietro la cravatta, tra i buongiorno, i lei di cortesia e i convenevoli fatti ad arte, batte un cuore di un essere umano fatto per lo più di emozioni (spesso represse).
Permettere a quelle emozioni (e alle TUE emozioni) di uscire è il primo passo per creare rapporti professionali duraturi.
Non sono un’anarchica.
Amo la forma, le regole, la disciplina e tutto quello che ha a che fare con l’intelligenza di saper adottare il giusto atteggiamento in ogni circostanza.
È questione di eleganza.
Ma quando la forma copre la sostanza, si corre il rischio di ritrovarsi il silicone tra i neuroni e generare comportamenti di plastica.
Ecco, prima di arrivare a tanto forse è meglio imparare ad essere meno distinti e distanti e più d’istinti e d’istanti.
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Chiara Pierobon
Amo pensarmi come una scultrice mentale.
Con lo scalpello della consapevolezza, lavoro sugli strati di condizionamenti e di maschere per far affiorare la bellezza nascosta delle persone.
Mi occupo di FormAzione Umanistica e progetto Percorsi di Consapevolezza per Professionisti illuminati.
Bellissima la frase, “è meglio imparare ad essere meno distinti e distanti e più d’istinti e d’istanti”, la porterò sempre con me, come molte tue perle che mi permettono, ogni giorno, di approdare a nuovi lidi.
Grazie Chiara
Grazie Nadia! <3