Questo è il dilemma…

 

“Non temo la morte. Ero morto da miliardi e miliardi di anni prima che

io nascessi e non ne ho mai sofferto il minimo disagio”.

Mark Twain

 

So che adesso probabilmente urterò la tua sensibilità, toccando un tema così delicato e definito un tabù da molti, ma rischierò il suicidio letterale.

“Parlatemi di tutto, ma non della morte!”

Ci hanno talmente abituati al politically correct che dire le cose per come stanno non va più di moda o, peggio, passa come una mancanza di sensibilità.

Ma io sono per il libero pensiero e soprattutto per la sana espressione delle emozioni umane.

In altre parole mi piace essere cruda e spietata con le parole: è il mio modo di affondare il coltello nella piaga per farla guarire.

Tornando al tema più discusso del secolo, questa Pandemia (vera o presunta che sia) ha creato una situazione in bilico tra il tragico e l’imbarazzante.

Alla fin fine, tutto questo casino colossale solo per una cosa: la paura di morire.

Allora, volevo cautamente ricordare al genere umano che alla morte ci arriveremo tutti prima o poi: è un passaggio obbligato, non ho deciso io le regole del gioco.

Con questo non voglio assolutamente minimizzare l’importanza della morte, né tanto meno togliere valore alla vita in sé, per l’amor di Dio.

Lunga vita a te e famiglia!

Ma mi sembra che qualcosa non abbia funzionato nell’evoluzione della specie.

Siamo in un momento epocale in cui ti costringono all’accanimento terapeutico a tutti i costi, ti propinano silicone e chirurgia estetica per eliminare i segni del tempo dal tuo corpo e ti insegnano a basare la tua vita su ideali effimeri e scivolosi.

Praticamente una società di plastica.

Scusa, ma mi sembra che questa sia un’educazione contro la logica della vita.

La modernità prima e la post-modernità dopo hanno tolto all’uomo tutto quello che lo legava al mondo dello Spirito e alla dinamica della natura e lo ha lasciato orfano in un pianeta inospitale e privo di vero significato.

Sinceramente, non so quale sia la tua credenza rispetto alla morte.

Non è mio compito decidere per te i tuoi credo. Né tantomeno intendo cambiarli.

Vedi, non si tratta di discutere di cosa sia in sé la morte e quale sia il suo significato in un’ottica metafisica.

Io personalmente ho la mia opinione e me la tengo gelosamente per me.

Ma una cosa è certa: devi imparare a rapportarti alla morte con il giusto atteggiamento.

Lo vuole la dinamica della vita.

E un giusto atteggiamento non prevede mai una paura incontrollata.

Dov’è finito quello spirito eroico che animava gli animi degli uomini un tempo?

Probabilmente è stato sepolto sotto i post di Facebook e dietro le storielle di Instagram.

Paradossalmente, quando riuscirai a parlare serenamente della morte come conversi dell’amore, allora e solo allora inizierai a vivere davvero, liberato finalmente dal terrore della spada di Damocle.

Forse questo è il passo più grande che un individuo possa fare dentro di sé.

 

È un atto cosciente di liberazione finale, perché quando non temi più la morte non sei più manipolabile.

 

Uscire di scena con maestosa eleganza è ciò che distingue un uomo immortale da un uomo già morto in partenza.

Ti auguro di trovare quel coraggio e quella fierezza che erano prerogativa dei grandi eroi, affinché, quand’è il momento, tu possa andare incontro alla morte gettandoti tra le sue braccia come un uomo farebbe con la sua amante.

Ah, un’ultima cosa: la prossima volta che, alle 18 in punto, affacciato al balcone canterai “Siam pronti alla morte” ricordati di queste parole, affinché tu possa mettere in pratica le tue goliardiche melodie.

 

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