“La comunicazione parte non dalla bocca che parla ma dall’orecchio che ascolta.”
(Anonimo)

 

Saper comunicare è prerogativa di pochi.

Le persone parlano, esprimono opinioni, danno consigli, spiegano, raccontano storie, condividono pensieri ma raramente comunicano.

Nei bei tempi in cui frequentavo l’aula, spesso iniziavo il corso di comunicazione consapevole con una domanda: “Cosa significa per voi comunicare?”

Le risposte erano le più diverse, molte delle quali originali e intelligenti.

Ma tutti mancavano il punto.

Cosa significa comunicare?

C’è una caratteristica che, più di altre, impedisce all’essere umano (sia al lavoro che a casa) di comunicare in maniera profonda: l’egocentrismo.

Ci muoviamo ogni giorno accompagnati dalla fedele vocina nella nostra mente che ci ricorda incessantemente un sacco di cose e che, in linea di massima, ha un solo obiettivo: la sopravvivenza della nostra macchina biologica (fisica o emotiva non cambia molto). Quello che riguarda gli altri, raramente ci tange davvero.

Comunicare presuppone che tu esca dal tuo piccolo mondo e sappia provare interesse per il mondo di qualcun altro. E questo non avviene in maniera automatica, ma rappresenta una meta, frutto di un lungo lavoro di introspezione.

Onestamente, tu comunichi con i tuoi uomini, o semplicemente gli parli addosso?

Sono due cose molto diverse.

Comunicare significa ASCOLTARE.

Un tale diceva (Zenone di Cizio, per la cronaca) che abbiamo due orecchie e una bocca per un motivo. Ma il nostro egocentrismo spesso ce lo fa dimenticare.

Una buona comunicazione parte sempre da un eccellente ascolto.

Quanto sei in grado di ascoltare quello che i tuoi uomini NON dicono? Perché è questo che fa davvero la differenza, non raccontiamocela.

Possiamo sederci, aprire le orecchie e sentire le parole che uno dice. Con un minimo di allenamento ci riusciamo tutti.

Ma cogliere quello che non viene detto richiede una grande empatia.

Se tu vuoi fare il Manager, questa qualità devi averla nel tuo kit personale insieme alla penna per far firmare i tuoi clienti sulla linea tratteggiata.

Quando hai scelto questa professione forse non pensavi di dover possedere abilità umanistiche, ma sta di fatto che i tempi ora lo richiedono e lo richiederanno sempre di più.

Se non vogliamo morire soffocati da una tecnologia invadente, dobbiamo ritrovare una strada “più umana” verso la realizzazione personale.

Empatia, capacità di ascolto (che non è semplicemente sentire con le orecchie, ma qualcosa di più), consapevolezza, magnetismo e centratura: ecco quello che ti serve per fare il Manager nel 2021. Ah, dimenticavo: anche conoscere i meccanismi dell’animo umano (non sono le solite tecniche di vendita o di persuasione).

Io sogno un’azienda più sostenibile, e molti tuoi collaboratoti lo fanno insieme a me.

La vita è troppo breve per lavorare in maniera alienante. La frustrazione che molte persone si portano addosso là fuori la dice lunga.

Sono anni di cambiamento.

O riusciamo a cambiare con loro, modificando il paradigma che ci ha portato a un effimero successo fatto di vuoto e alienazione, o soccombiamo una volte per tutte.

Siamo ancora in tempo per diventare ESSERI UMANI, la versione migliore.

Ecco, vorrei che tu ricordassi questa frase oggi quando incontrerai un tuo collaboratore.

 

Semper ab Intra Age

P.S. Possiamo passare ore a parlare di comunicazione, di leadership e di tutte quelle cose che rendono figo il mondo manageriale dipinto dagli altri. Ma se non inizi col metterti in discussione, perdi solo tempo prezioso.

Chiara Pierobon

Amo pensarmi come una scultrice mentale.
Con lo scalpello della consapevolezza, lavoro sugli strati di condizionamenti e di maschere per far affiorare la bellezza nascosta delle persone.
Formo e affianco i Manager illuminati nella creazione dei talenti umani all’interno del loro team di lavoro.

chiara.pierobon@ilmetodor.it
www.ilmetodor.it

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