Come invertire la rotta senza perderti mai più

 

“In questo mondo nuovo si chiede agli uomini di cercare soluzioni private

a problemi di origine sociale, anziché soluzioni di origine sociale a problemi privati.

Zygmunt Bauman

 

E così la vita ricomincia, incurante di noi piccoli uomini, dei virus, delle paure, delle fobie e della crisi economica annessa.

Da un giorno all’altro sembra che tutto sia tornato come prima: il rientro al lavoro, il traffico, il caffè al bar (sulla mascherina stendiamo un velo pietoso)  e le solite incombenze pratiche quotidiane.

Ma mi auguro per te, invece, che niente sia tornato come prima.

Il prima era il problema, e quasi tre mesi di immobilità devono essere serviti a fare lunghe e proficue riflessioni: visto che non sei potuto andare fuori, sei stato costretto ad andare dentro!

L’esistenza a volte trova strani modi per costringere l’essere umano a evolvere.

E molto spesso questi modi sono poco gentili e affabili: praticamente una  sana e genuina badilata in faccia.

Tutta questa storia (non riesco proprio a chiamarla pandemia, scusa è più forte di me) ti ha costretto a fare i conti con molti fantasmi interiori (prima fra tutti la paura), ma anche con una evidente mancanza di valori della società in cui ti trovi a sopravvivere.

Questo virus ha scoperchiato il vaso di Pandora.

Ha messo in luce la natura stessa delle tue relazioni umane e ha rivelato come l’attuale civiltà sia basata su principi effimeri e fasulli, inadatti a tramandare l’immortalità dello spirito dell’essere umano.

Ora che ti ritrovi nuovamente al lavoro, dimmi: come vedi il tuo collega?

Sei sempre il solito automa che diligentemente separa vita privata e vita professionale o la tua comprensione in termini di essere umano a 360 gradi ha subito un upgrade in questo periodo di isolamento sociale?

La tua visione è stata felicemente e brutalmente stravolta?

Me lo auguro di cuore.

Nessuna separazione può più essere fatta: il mondo di oggi grida autenticità!

Così in ambito personale, come in ambito professionale.

Tu passi metà del tuo tempo al lavoro; possiamo dire che la tua professione è lo strumento attraverso cui tu realizzi te stesso (se non è così cambia attività, fin che sei in tempo!).

E i rapporti umani con i tuoi colleghi rappresentano il mezzo attraverso il quale tu puoi compiere o meno la tua evoluzione personale.

Il lavoro (interiore) più grosso lo fai in famiglia.

Ma anche l’ambiente di lavoro ti permette di sgrezzare un bel po’ la tua natura, ovviamente solo se tu sei disposto a farlo.

Allora, desideri mettere a frutto questo periodo di cambiamenti epocali per produrre anche un cambiamento della tua visione?

 

I tuoi colleghi sono lì, nella tua vita, per darti l’opportunità di migliorare o di fortificare qualche parte di stesso.

 

“Tutto ciò che ci infastidisce negli altri può portare ad una maggiore comprensione di noi stessi”.

Questa bellissima citazione è tratta dal lavoro di Carl Gustav Jung, conosciuto per essere uno dei più grandi esploratori dell’animo umano.

Ma perché questi aforismi rimangono sempre solo delle belle parole che riempiono bocche e affascinano orecchie?

Perché non vengono portate nella carne attraverso una pratica diligente e costante?

Il tempo delle ricette della nonna e della filosofia spiccia è finito. Le scorciatoie non hanno funzionato: l’uomo è uscito di strada (oltre che di senno) e ha finito per perdere se stesso.

Ora si fa sul serio: se non impari a costruire il tuo castello interiore e a farne una fortezza sarai trascinato alla deriva insieme ai tempi.

Quindi ti invito ad iniziare proprio ora da dove ti trovi.

Dalle tue relazioni personali e professionali: comincia a studiarne gli aspetti, le dinamiche sottili, gli insegnamenti e le lezioni ivi nascoste.

 

È tempo di invertire la rotta: ti hanno sempre insegnato a guardare fuori.

Tu inizia a guardare dentro.

 

E quando comincerai a capire che gli altri (con i loro difetti e le loro virtù) sono solo parti di te proiettate all’esterno, avrai scoperto il modo per trasformare te stesso.

Allora sì sarai artefice del tuo destino.

Perché il potere di forgiare il destino è un grande onore che non viene dato a tutti.

Solo se sei disposto ad assumerti l’onere della responsabilità sarai ammesso a sedere alla tavola con gli Dei.

Per gli altri esistono la lamentela e le briciole.

 

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