“Ognuno desidera che la vita sia semplice, sicura e senza ostacoli; ecco perché i problemi sono tabù. L’uomo vuole certezze e non dubbi, risultati e non esperienze, senza accorgersi che le certezze non possono provenire che dai dubbi e i risultati dalle esperienze.”
Carl Gustav Jung

 

 

L’altro giorno ero ferma a un semaforo.

Con mia grande sorpresa, fuori da una casa penzolava ancora un vecchio lenzuolo con una scritta enorme: “Andrà tutto bene, ne usciremo più forti di prima”.

E giù di arcobaleno.

Per carità, ben vengano i messaggi incoraggianti e pieni di entusiasmo. Sempre meglio delle lamentele.

Ma questi appelli all’ottimismo indiscriminato sono pericolosi e fuorvianti, perché nascondono un’insidia.

Scommetto che anche a te, in qualche corso, hanno insegnato a pensare positivo. E scommetto che hai cercato di applicare il consiglio, ma non sempre ha funzionato.

Perché?

Sono anni che studio (soprattutto nella pratica) l’effetto che ha il nostro pensiero su quello che costruiamo nella nostra vita. Ti assicuro, la materia è tutt’altro che semplicistica.

Ma all’era contemporanea piace il semplicismo. È rassicurante e privo di  quei rischi che invece offre la profondità.

Quando pensi positivo a tutti i costi, perdi di vista l’analisi oggettiva e spietata della realtà. In questa realtà (che non sempre è piacevole) trovi sfide importantissime che ti fanno crescere, trovi lezioni importanti da imparare.

L’ottimismo e il pensiero positivo non coincidono con la forza interiore.

 

L’ottimismo è una capacità della mente di orientarsi alla soluzione, non è la rimozione del problema!

Allenare la mente all’ottimismo si può, ma costa sacrificio e impegno.

Quando sei in grado di affrontare i problemi (per quanto grossi essi siano) di guardarli in faccia e di chiamarli con il loro nome, allora lì inizi a sviluppare forza interiore. E l’ottimismo che provi è genuino.

Tutto il resto è frutto di un atteggiamento superficiale e inconsistente. Un bagliore di luce in un oceano di tenebre (questa metafora rende l’idea).

Ci abituano ogni giorno alla rimozione dei problemi e della fatica.

C’è una crisi profonda della società? Andrà tutto bene!

L’economia del paese va a rotoli? Pensa positivo!

Le persone sono impaurite? Stiamo entrando nella nuova Era!

E cazzate del genere.

Questo modo di affrontare la realtà crea individui deboli, fragili e privi di un centro interiore di consapevolezza.

Una fragilità che è soprattutto mentale.

In questo periodo, quante persone hai visto passare da un’emozione all’altra senza la minima capacità di controllo su se stesse? E, soprattutto, senza la minima capacità di produrre azioni efficaci?

Allora, pensa pure positivo.

Ma assicurati che il tuo atteggiamento solare sia frutto di una reale capacità di affrontare il problema (qualunque esso sia), e non di un effimero entusiasmo prodotto da un moto interiore temporaneo e privo di consistenza.

Se vuoi essere pronto per i nuovi tempi che verranno devi allenare la tua mente alle difficoltà.

Atteggiamento, capacità di “stare” nel dolore e nella difficoltà, controllo della tua mente, abilità nel gestire le tue emozioni, grande perseveranza e fiducia illimitata: ecco cosa ti serve per atterrare in piedi nella fase successiva.

 

Ricorda che qualsiasi tipo di problema o di difficoltà nasce in origine per rafforzare il tuo spirito.

Perché, si sa, “nessun mare calmo ha mai prodotto un marinaio esperto”.

 

Semper ab Intra Age

 

P.S. Il pensiero positivo funziona solo se prima scendi all’inferno. Quando riesci ad essere ottimista stando in mezzo alle fiamme, allora sei a buon punto.

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Trovi validi suggerimenti per affrontare al meglio questo imminente cambiamento epocale.

Chiara Pierobon

Amo pensarmi come una scultrice mentale.
Con lo scalpello della consapevolezza, lavoro sugli strati di condizionamenti e di maschere per far affiorare la bellezza nascosta delle persone.
Formo e affianco Manager e Professionisti nella creazione dei talenti umani all’interno della loro squadra di lavoro.

chiara.pierobon@ilmetodor.it
www.ilmetodor.it

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