“Nascere non basta. È per rinascere che siamo nati. Ogni giorno.”
Pablo Neruda

 

 

È appena passata la Pasqua e ogni Festa porta con sé un’antica simbologia che faremmo bene a ricordare. Ci aiuterebbe a vivere con più saggezza e con maggior serenità.

Stiamo pagando il prezzo per aver perso il contatto con la dimensione trascendente e per aver ridotto la nostra vita a un’esperienza puramente esteriore. C’è molto di più.

La Pasqua è la Festa che rappresenta la rinascita, la vita che vince sulla morte. E questo è un simbolo potentissimo.

Ogni anno, a primavera, la natura dà scacco matto al rigore invernale e risorge più rigogliosa che mai. Non ti sembra un miracolo questo? Cioè, stiamo parlando di un albero che muore (solo in apparenza in realtà) e poi rinasce.

Ti sei mai soffermato a riflettere sulle implicazioni profonde di questo gesto della natura?

Molto probabilmente no. Noi diamo tutto per scontato, abbiamo troppe cose da fare, obiettivi da raggiungere e ricchezza da accumulare. Non possiamo fermarci a riflettere, non possiamo vivere nella presenza ed essere consapevoli di noi stessi e di ciò che ci circonda. Non possiamo perdere tempo a nutrire il nostro spirito.

Eppure, lì troveremmo molte risposte ai nostri tormenti.

 

La Risurrezione e il mito dell’Araba Fenice

 

Tempo fa, di ritorno da un viaggio a Catania, ho raccontato la storia di questa bellissima città, il cui simbolo è l’Araba Fenice.

Catania fu distrutta e ricostruita per ben 9 volte, sempre sullo stesso posto. E ogni volta più bella di prima.

In una delle porte principali della città, porta Garibaldi, si erge il simbolo della città, la Fenice appunto, l’uccello mitologico che rinasceva ogni volta dalle sue ceneri più splendente di prima.

Melior de Cinere Surgo” (risorgo sempre più bella dalle mie ceneri): quanta forza trasuda da queste parole?

La vita non è sempre “rose e fiori”.

Sui social fingiamo che vada tutto bene, siamo sempre al massimo, scriviamo frasi d’effetto; ma nella solitudine delle nostre stanze, una volta tolta la maschera, conosciamo bene la verità.

Abbiamo perso la capacità di soffrire con stoica presenza, di morire e di rinascere. Siamo fantocci apparentemente vivi. In realtà siamo morti e non sappiamo come rinascere.

Se le mie parole ti sembrano dure, sappi che io esagero e provoco, sempre (è il mio modo di affondare la lama sulla piaga per farla guarire).

Ma cosa significa “morire per poi rinascere”?

La capacità di risorgere dalla morte rappresenta la possibilità di rinascere dopo il fallimento.

Un fallimento può essere ti tipo professionale, personale o anche sociale.

Cosa possiamo imparare allora dall’Araba Fenice in un momento così difficile e sfidante?

Possiamo imparare a rafforzarci interiormente per diventare inarrestabili anche di fronte alla morte (in senso figurato e non).

Chi è dotato di forza interiore, non si fa cogliere impreparato emotivamente di fronte alle emergenze e sa accettare con stoicismo le sfide della vita, proprio come la Fenice si prepara alla morte, consapevole della rinascita.

Ma la morte riguarda anche alcune parti di noi e la rinascita ha a che fare con  una vita più consapevole. Ma questo è un altro discorso, troppo complesso per essere affrontato qui (se ti interessa parlarne, scrivimi in privato).

La morte e la rinascita vanno vissuti ogni giorno, come dice Pablo Neruda.

In tutti quei momenti in cui ti sembra di non potercela fare, immagina di essere Fenice.

 

Permettiti di soffrire: aumenterà la tua resistenza.

Permettiti di sentire: aumenterà la tua sensibilità.

Permettiti di dubitare: aumenterà la tua fiducia.

Permettiti di crollare: aumenterà la tua resilienza.

Permettiti di percepirti una nullità: aumenterà la tua umiltà.

Permettiti di sentirti solo: aumenterà la tua indipendenza.

Permettiti di mostrarti fragile: aumenterà la tua forza.

 

Ma soprattutto permettiti di morire: a volte andare in frantumi è il modo migliore per rinascere più splendente di prima.

 

Semper ab Intra Age

 

P.S. Non potevo non finire l’articolo con un pezzo di me stessa di qualche articolo fa. È un finale che apre a una vita più autentica. Buona rinascita.

Chiara Pierobon

Amo pensarmi come una scultrice mentale.
Con lo scalpello della consapevolezza, lavoro sugli strati di condizionamenti e di maschere per far affiorare la bellezza nascosta delle persone.
Formo e affianco Manager e Professionisti nella creazione dei talenti umani all’interno della loro squadra di lavoro.

chiara.pierobon@ilmetodor.it
www.ilmetodor.it

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