“L’amore e il lavoro sono per le persone ciò che l’acqua e il sole sono per le piante.”
Jonathan Haidt

 

 

Il mondo del lavoro (come quello della scuola) andrebbe completamente  rivoluzionato.

Ma questa non è una novità.

“Il lavoro nobilita l’uomo”. Dipende. In un mondo eretto su giuste basi, dovrebbe farlo.

Invece moltissimi individui si trascinano per 8 ore al giorno in qualcosa che non amano fare. E i risultati puoi immaginare quali siano.

Non voglio entrare nel merito di questo discorso perché la questione è molto complessa e non può essere affrontata in poche righe. Tuttavia, qualche piccolo spunto di riflessione penso sia utile a te e ai tuoi collaboratori.

Molto spesso alle persone viene chiesto di fare qualcosa che non sono in grado di eseguire. E loro nemmeno lo sanno.

Che sia per attitudine, per effetto del cervello predominante (per la cronaca, il nostro cervello è tripartito, e ogni tipo di cervello ha le sue funzioni e capacità: questa è biologia) o per tipologia di personalità, sta di fatto che mettere qualcuno nel ruolo di fare qualcosa senza che sia nelle sue corde porta a risultati scandenti, molto scadenti. Sia in termini di numeri, che di emozioni.

È sempre la stessa storia, possiamo girarci intorno quanto vogliamo, ma poi torniamo sempre lì: dobbiamo ripartire dall’essere umano!

Una rivoluzione va fatta: io sono per un mondo uomo-centrico, nel quale i numeri e il fatturato siano la conseguenza di uno sviluppo personale e spirituale dell’essere umano.

Chimera?

Forse, ma solo chi è tanto folle da pensare di poter cambiare il mondo lo cambia davvero, diceva Albert. Io, per non sbagliare, faccio la mia parte.

 

La selezione dei talenti umani

 

Quando selezioni nuovi collaboratori o quando assumi qualcuno nel tuo staff, quanto sei impegnato a comprendere come funziona l’animo del candidato che hai di fronte?

Cerchi di comprendere le sue emozioni, le sue sfide personali, i suoi sogni, le sue aspirazioni?

La risposta è no. Lo so e non mi stupisco. (Non sarei qui a scrivere articoli come questi).

Ogni essere umano (che sia una segretaria, un consulente, un capo reparto o un operaio) è un universo fatto di sogni, di pensieri, di emozioni, di sfide interiori e di talenti.

Non puoi pensare a lui in termini di fatturato, non solo per lo meno!

O meglio, puoi farlo ma non rimanere deluso se la persona che hai selezionato ti tradirà con un altro manager o con un altro professionista.

Vedi, la vita è troppo breve per avere relazioni prive di valore.

Una relazione professionale è come una relazione d’amore, a un altro livello.

Se non sei veramente interessato all’altro, ma sei spinto solo da bisogni egoici, prima o poi la relazione avrà una fine. E spesso finirà con un tradimento.

I tuoi collaboratori (o futuri tali) sono persone con precise esigenze interiori, anche se non lo danno a vedere.

C’è una grande verità che spesso dimentichiamo: l’essere umano ha bisogno di essere amato e valorizzato, non solo nella sua vita personale, ma anche in quella professionale.

Nella selezione di un candidato (o nella gestione della tua squadra), scegli sempre con il cuore. E con questo non intendo quel sentimentalismo inutile e patetico, ma quella capacità che ha l’essere umano di utilizzare la mente profonda (non quella di superficie), la quale sente e “ragiona” in maniera molto più precisa e veritiera.

Se questo “sentire” non è nelle tue corde, affiancati a un professionista esterno che lo faccia per te.

Perché, ricorda, un collaboratore frustrato è anche una tua frustrazione.

 

Semper ab Intra Age

 

P.S. Sei anche tu fra quelli che auspicano una rivoluzione nel mondo del lavoro? Te lo chiedo perché sto reclutando guerrieri.

Chiara Pierobon

Amo pensarmi come una scultrice mentale.
Con lo scalpello della consapevolezza, lavoro sugli strati di condizionamenti e di maschere per far affiorare la bellezza nascosta delle persone.
Formo e affianco Manager e Professionisti nella creazione dei talenti umani all’interno della loro squadra di lavoro.

chiara.pierobon@ilmetodor.it
www.ilmetodor.it

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