Conoscenza e consapevolezza: i due ingredienti necessari in fase di selezione

 

“L’unico valore vitale di un’azienda è l’esperienza, le capacità, l’innovazione e la conoscenza dei suoi dipendenti.”
Leif Edvinsson

 

Quanti manager che conosci pensano alla qualità e non alla quantità?

Circondarsi di collaboratori adeguati non è mai stato facile, tanto meno lo è al giorno d’oggi, momento in cui tutti sognano di diventare ricchi e famosi senza far fatica.

Ma al di là delle chiacchiere da salotto e delle considerazioni puramente personali, il tema della scelta del collaboratore è fondamentale per un imprenditore o per un manager che vuole avere successo.

Eppure questa tematica è ancora molto sottovalutata.

Probabilmente nel tuo team hai collaboratori che non sono in linea con la tua visione, collaboratori problematici o più semplicemente collaboratori che non sono tagliati per quel determinato ruolo.

E tu non sai gestirli.

Il problema è proprio questo: tu non sai gestirli (a parte che le persone non vanno gestite, ma vanno fatte brillare….!) perché non li conosci a fondo. Non sei in grado di scrutare nel loro animo per trovare le porte di accesso.

Tutto questo, tradotto in soldoni, porta perdita di tempo, frustrazione, e mancanza di risultati.

Non solo per te, ma anche e soprattutto per il tuo collaboratore, che giorno dopo giorno si demotiva sempre di più, entrando in una spirale depotenziante che trasforma la sua professione in un incubo.

 

Conosci chi hai di fronte?

 

Il problema è molto più comune di quanto credi.

Manca sempre una VERA COMPRENSIONE della persona che hai davanti, soprattutto nel momento di selezionare i futuri collaboratori.

Ognuno nasce con delle caratteristiche ben precise, con dei talenti e con dei punti deboli. E ognuno nasce con una propensione professionale marcata.

Quello che più mi stupisce è che soltanto pochi sembrano considerare l’importanza di tutto ciò.

Ti faccio un esempio: se inconsapevolmente selezioni una persona razionale e meticolosa a gestire i rapporti umani (come un consulente deve saper fare), ti ritroverai con una serie di problemi e con molti clienti insoddisfatti.

Stessa cosa dicasi se assumi una persona creativa e mentalmente “caotica” per gestire la tua agenda.

Ho reso l’idea?

 

Qual è la soluzione più efficace?

 

Fino a qui tutto chiaro, la teoria spesso è di facile comprensione. Ma in pratica, quale può essere la soluzione?

Esistono dei test attitudinali che vengono dati in fase di selezione che mirano a valutare le soft skills dei candidati.

Probabilmente li avrai già utilizzati, o comunque ne avrai sentito parlare.

Tuttavia, queste soluzioni preconfezionate sono come le merendine degli spot pubblicitari: promettono genuinità, ma alla fine si rivelano delle vere delusioni.

Perché i test attitudinali non funzionano?

Innanzitutto, perché il candidato tende a mentire senza saperlo.

Ma non a te, a se stesso.

La psiche umana è dotata di moltissimi ammortizzatori: se una caratteristica personale è considerata un difetto inaccettabile (perché la società l’ha catalogata come tale), essa viene letteralmente rimossa dalla parte cosciente della mente.

A questo si aggiunga il fatto di voler apparire più di quanto si è (tipicamente umano!) e il risultato del tuo test è pronto!

Capisci bene che il tuo business non può basarsi su strumenti cosi approssimativi, a meno che tu non voglia provare l’ebrezza di trovarti a gestire il caos in ambito professionale, così tanto per fare un’esperienza di vita.

Come muoversi quindi in queste situazioni?

Ci sono fondamentalmente due possibili soluzioni.

La prima è che tu sia affiancato da un professionista esperto che sappia velocemente “leggere” nel profondo la persona che le sta di fronte (questa è una vera e propria arte).

La seconda è che tu stesso ti formi attraverso percorsi specifici che mirino a trasferirti questa particolare competenza.

Non so quale delle soluzioni sia più affine a te (dipende dalle tue caratteristiche di base e soprattutto da cosa principalmente ti piace fare…le tue skills appunto!).

In entrambi i casi il Metodo R rappresenta uno strumento davvero potente: psicologi del lavoro lo hanno testato sul campo, con risultati eclatanti.

 

Avere a disposizione un codice perfetto e sofisticato per leggere i tuoi collaboratori può rivelarsi uno strumento potentissimo che ti spalanca le porte del successo.

 

E non solo quello economico, ma soprattutto quello personale perché, si sa, il business (quello innovativo e coinvolgente)  è soprattutto relazione.

 

Semper ab Intra Age

 

P.S. Se vuoi capire cos’è e come funziona il codice umano dai un’occhiata al sito del Metodo R e lasciati stupire: https://www.ilmetodor.it/il-metodo-r/

Chiara Pierobon

Amo pensarmi come una scultrice mentale.
Con lo scalpello della consapevolezza, lavoro sugli strati di condizionamenti e di maschere per far affiorare la bellezza nascosta delle persone.
Formo e affianco i Manager illuminati nella creazione dei talenti umani all’interno del loro team di lavoro.

chiara.pierobon@ilmetodor.it
www.ilmetodor.it

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