Non sempre la forma fa la sostanza

 

“Sappiate esattamente che cosa potete aspettarvi dalle persone in generale e da ognuna di esse in particolare, e in seguito lanciatevi nelle pubbliche relazioni.”
Jean de La Bruyère (1688)

 

L’altro giorno mi ha scritto un professionista; voleva delle informazioni su ciò che faccio.

Dopo i primi convenevoli molto “ingessati”, è arrivata fulminea la fatidica domanda: “Ci diamo del tu?”.

Da lì in poi, tutto è andato in discesa e la conversazione ha raggiunto un buon grado di profondità, tanto da tenerci incollati al telefono per 40 minuti.

Questa cosa mi ha fatto molto riflettere.

Non che non mi fosse mai successo, anzi. Eppure in quella occasione mi si è aperta una nuova via tra i circuiti neuronali. Il classico lampo di genio.

 

Quanto è utile tenere una forma rigida di convenevoli e di distanza nei rapporti professionali?

 

La risposta non è semplice, perché quasi sempre la presunta “verità” è soggettiva, come soggettiva è la percezione dell’altro in un determinato contesto.

Se da un lato è vero che la forma modella la sostanza, dall’altro è altrettanto vero che una forma troppo rigida diventa una prigione, in questo caso una prigione per la sana espressione dell’elemento umano.

Le persone (i tuoi clienti e i tuoi uomini compresi) hanno bisogno di esprimere la loro umanità, anche se spesso sanno nasconderla bene sotto spillette e titoli accademici.

E non servono studi scientifici per dimostrare ciò.

Trova il modo di toccare il cuore di una persona, e qualsiasi barriera crolla sotto l’audacia della spontaneità.

 

Convenevoli ed emozioni a confronto

Negli ambienti di lavoro vedo spesso una forma esagerata, a discapito di  quella spontaneità che, se accolta e incanalata, può diventare genialità.

Ti capita mai di sentirti a disagio di fronte a troppa distanza?

A me sì.

Sarà il mio lavoro che mi costringe ad amare follemente l’elemento umano, ma penso che la troppa forma a un certo punto faccia perdere la sostanza.

Quando incontri qualcuno devi sempre tenere a mente che sotto l’abito, dietro la cravatta, tra i buongiorno, i lei di cortesia e i convenevoli fatti ad arte,  batte un cuore di un essere umano fatto per lo più di emozioni (spesso represse).

Permettere a quelle emozioni (e alle TUE emozioni) di uscire è il primo passo per creare rapporti professionali duraturi.

Non fraintendere le mie parole.

Non sono un’anarchica e mai lo sarò.

Amo la forma, le regole, la disciplina e tutto quello che ha a che fare con  l’intelligenza di saper adottare il giusto atteggiamento in ogni circostanza.

È questione di eleganza.

Ma quando la forma copre la sostanza, si corre il rischio di ritrovarsi il silicone tra i neuroni e generare comportamenti di plastica.

Ecco, prima di arrivare a tanto forse è meglio imparare ad essere meno distinti e distanti e più d’istinti e d’istanti.

Cosa ne pensi?

P.S. Non è una domanda retorica ispirata a qualche regola di marketing come vedo fare spesso, a me interessa davvero sapere qual è la tua opinione in merito. Ho desiderio di crescere.

Scrivilo nei commenti, te ne sarò grata.

 

Semper ab Intra Age

Chiara Pierobon

Amo pensarmi come una scultrice mentale.
Con lo scalpello della consapevolezza, lavoro sugli strati di condizionamenti e di maschere per far affiorare la bellezza nascosta delle persone.
Formo e affianco i Manager illuminati nella creazione dei talenti umani all’interno del loro team di lavoro.

chiara.pierobon@ilmetodor.it
www.ilmetodor.it

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