“Chiunque ha talento. Ciò che è raro è il coraggio di seguire quel talento nel luogo oscuro a cui conduce.”
Erica Jong

 

Oggi voglio raccontarti una storia.

So che la cosa ti piacerà, in fondo siamo tutti un po’ bambini, nonostante sappiamo nasconderlo molto bene sotto una serietà che a volte tradisce se stessa. E per fortuna.

Quindi ti chiedo di leggere queste righe con quella curiosità e quell’attenzione tipiche di un bambino alle prese con la sua favola della buona notte.

Alessandro (è il nome immaginario che diamo al nostro protagonista della storia) era un bambino cresciuto assai in fretta. Aveva dovuto farlo.

La sua delicatezza e la sua timidezza erano dei talenti troppo preziosi per i giochi di strada (i quali richiedevano prepotenza e capacità di primeggiare) e non erano comprese dai suoi coetanei, che spesso lo indicavano diverso e fragile.

Così Alessandro iniziò a strutturare corazze e scudi, fino a costruire un’armatura  d’acciaio perfetta che lo difendesse dagli attacchi esterni.

La sua corazza era fatta di silenzio e di chiusura e il suo scudo di senso dell’umorismo. Così si faceva rimbalzare addosso la vita.

Per tanti anni Alessandro continuò a indossare la sua fedele armatura; aveva finalmente cominciato a sentirsi sicuro quando usciva di casa.

Ma quando era solo, nella sua camera, e si spogliava di tutti gli orpelli,  Alessandro sentiva una grande tristezza. E un’ingombrante paura.

La sua autostima era molto bassa e spesso si considerava un essere inutile sul pianeta terra. A volte desiderava perfino scomparire.

Avrebbe mai potuto confidare tutto ciò a qualcuno? E se poi sarebbe stato rifiutato?

A un certo punto della sua vita, Alessandro entrò nel mondo del lavoro.

Se prima era dura (gli adolescenti sanno essere veramente velenosi senza volerlo), ora era durissima.

Si trovava a confrontarsi quotidianamente con atteggiamenti da super eroi pompati a silicone e con esseri cazzuti e determinati.

Come avrebbe potuto sopravvivere? Quali strategie avrebbe dovuto adottare?

Si sentiva perso. Diverso, fallito e incompreso.

Tirò a campare per diversi anni (grazie alla sua armatura e al suo fedele scudo), però senza mai sentirsi realizzato o felice.

Un giorno Alessandro  incontrò il “Grande Ingegnere”.

Ero uno specialista nel funzionamento dell’animo umano. Aveva studiato tanto negli anni e ora si occupava di “aggiustare anime”. Gli spiegò perché lui fosse fatto così, quali erano i suoi meccanismi e perché avesse così bisogno di difendersi.

Gli svelò soprattutto quale fosse il suo talento e, con suo grande stupore, esso corrispondeva a quello che Alessandro definiva il suo più grande difetto!

Com’era possibile che per anni si fosse sentito sbagliato a causa di quella che invece era la sua più grande dote?

Alessandro, piano piano e con un po’ di difficoltà, iniziò a vivere in maniera diversa.

Innanzitutto tolse l’armatura (liberarsi dello scudo fu davvero un’impresa difficile!) e cominciò a sentire sulla sua pelle gli effetti della critica o del confronto (soprattutto in ambito lavorativo). Si accorse che quegli effetti non erano così nocivi e che, tutto sommato, era ancora vivo (anche se a volte facevano male).

Questo lo spinse a esporsi ancora di più, soprattutto per quanto riguarda le sue presunte debolezze.

Si accorse che la delicatezza e la fragilità (che per anni aveva maldestramente nascosto) si trasformavano in veri e propri punti di forza, soprattutto con certi tipi di individui con cui aveva a che fare (Alessandro lavorava a stretto contatto con le persone).

In ufficio, molti iniziarono a comportarsi in maniera diversa con lui.

Vuoi vedere che cambiando l’interno, cambia anche l’esterno?”, pensò Alessandro.

Aveva intuito una grande verità.

Tra le difficoltà del cambiamento, le ricadute, le imprecazioni e i mostri interiori, Alessandro il Timido iniziò a vivere intensamente la sua vita, non rifiutando più le sfumature del suo animo.

Il “Grande Ingegnere” gli aveva indicato la via, illustrandogli viti e bulloni che mettevano insieme i suoi meccanismi interiori.

Ora toccava a lui, però, percorrere la via.

 

Semper ab Intra Age

 

P.S.: Questa storia è tratta dalla vita verace, quella che viviamo ogni giorno. Gli avvenimenti sono chiaramente romanzati, ma tra le righe trovi molte verità. Quando riesci a comprendere te stesso e l’altro (con i suoi meccanismi interiori) e a rispettarne la natura profonda, tocchi con un dito il lembo della felicità. La realizzazione sta tutta qui: fare del tuo presente un tempo ricco di valore e di significato. E il rapporto con l’altro è il metro con cui monetizzi il tuo successo.

Chiara Pierobon

Amo pensarmi come una scultrice mentale.

Con lo scalpello della consapevolezza, lavoro sugli strati di condizionamenti e di maschere per far affiorare la bellezza nascosta delle persone.

Formo e affianco i Manager illuminati nella creazione dei talenti umani all’interno del loro team di lavoro.

chiara.pierobon@ilmetodor.it

www.ilmetodor.it

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