“L’amore e il lavoro sono per le persone ciò che l’acqua e il sole sono per le piante.

Jonathan Haidt

 

 

 

Il mondo del lavoro (come quello della scuola) andrebbe completamente  rivoluzionato.

Ma questa non è una novità.

“Il lavoro nobilita l’uomo”. Dipende. In un mondo eretto su giuste basi sì, dovrebbe farlo.

Invece molti individui si trascinano per 8 ore al giorno facendo qualcosa che non amano fare. E i risultati puoi immaginare quali siano.

Non voglio entrare nel merito di questo discorso perché la questione è molto complessa e non può essere affrontata in poche righe. Tuttavia, qualche riflessione penso sia utile a tutti noi.

Molto spesso alle persone viene chiesto di fare qualcosa che non sono in grado di eseguire o che non è propriamente nelle loro corde. E loro nemmeno lo sanno.

Questo succede perché:

  • non conosciamo noi stessi
  • non conosciamo gli altri

Nonostante questo, le persone spesso si sforzano e si impegnano; qualcuno perché ha bisogno di gratificazioni esterne, qualcun altro perché ha un buon senso del dovere che lo costringe a essere sempre sul pezzo. Eppure, i risultati non arrivano o la frustrazione cresce (spesso entrambe).

Mettere qualcuno nel ruolo di fare qualcosa senza che sia nelle sue corde porta a risultati scandenti, molto scadenti. Sia in termini di numeri, che di emozioni.

È sempre la stessa storia, possiamo girarci intorno quanto vogliamo, ma poi torniamo sempre lì: dobbiamo ripartire dalle persone.

Una rivoluzione va fatta: io sono per un mondo professionale uomo-centrico, nel quale i numeri e il fatturato siano la conseguenza di uno sviluppo personale e spirituale dell’essere umano.

Chimera?

Forse, ma solo chi è tanto folle da pensare di poter cambiare il mondo lo cambia davvero, diceva Albert. Io, per non sbagliare, faccio la mia parte.

 

La selezione dei talenti umani

 

Quando selezioni nuovi collaboratori o quando assumi qualcuno nel tuo staff, quanto sei impegnato a comprendere chi hai di fronte e quale potrebbe essere la sua realizzazione personale?

Cerchi di comprendere le sue emozioni, le sue sfide personali, i suoi sogni, le sue aspirazioni? Conosci la biologia che lo domina? 

La risposta è no. Lo so e non mi stupisco. Non sarei qui a scrivere articoli come questi.

Ogni essere umano (che sia una segretaria, un consulente, un capo reparto o un operaio) è un universo fatto di sogni, di pensieri, di emozioni, di sfide interiori e di talenti da esprimere.

Non puoi pensare a lui in termini di fatturato, non solo per lo meno.

Puoi anche farlo, ma non rimanere deluso se la persona che hai selezionato ti tradirà con un altro manager, con un’altra azienda o con un altro professionista.

Vedi, la vita è troppo breve per avere relazioni prive di valore. 

Una relazione professionale è come una relazione d’amore, a un altro livello.

Se non sei veramente interessato all’altro, ma sei spinto solo da bisogni del tuo ego, prima o poi la relazione avrà una fine. E spesso finirà con un tradimento.

I tuoi collaboratori (o futuri tali) sono persone con precise esigenze interiori, anche se non lo danno a vedere. 

C’è una grande verità che spesso dimentichiamo: l’essere umano ha bisogno di essere amato e valorizzato, non solo nella sua vita personale, ma anche in quella professionale.

Nella selezione di un candidato (o nella gestione della tua squadra), scegli sempre con il cuore. E con questo non intendo quel sentimentalismo inutile e patetico, ma quella capacità che ha l’essere umano di utilizzare la mente profonda (non quella che blatera tutto il giorno per intenderci), la quale sente e “ragiona” in maniera molto più profonda, precisa e veritiera.

Se questo “sentire” non è nelle tue corde, affiancati a un professionista esterno che lo faccia per te.

Perché, ricorda, la frustrazione del tuo collaboratore è anche la tua frustrazione.

 

Semper Ab Intra Age

 

P.S. La prossima volta che assumi qualcuno, pensa a queste parole. Forse farai qualcosa che non hai mai fatto (e avrai risultati che non hai mai avuto).

 

 

 

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Trovi validi suggerimenti per affrontare al meglio questo imminente cambiamento epocale.

Chiara Pierobon

Amo pensarmi come una scultrice mentale.
Con lo scalpello della consapevolezza, lavoro sugli strati di condizionamenti e di maschere per far affiorare la bellezza nascosta delle persone.
Mi occupo di FormAzione Umanistica e progetto Percorsi di Consapevolezza per Professionisti illuminati.

chiara.pierobon@ilmetodor.it
www.ilmetodor.it

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